I 5 animali più strani dell'Ordoviciano

Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo, che parla degli animali più strani, secondo la mia opinione, di tutto il periodo Ordoviciano (485,4-443,8 Ma)

1 Aegirocassis

Una ricostruzione di Aegirocassis di Nobu Tamura


Oggi le balene e alcuni squali, come lo squalo balena e lo squalo elefante, sono i grandi filtratori del mare.. Ma nell'Ordoviciano non c'erano balene e squali. Il loro ruolo era assunto da alcuni artropodi del gruppo dei Radiodonti e Aegirocassis era all'interno di questo gruppo. Per nutrirsi, Aegirocassis utilizzava un paio di strane appendici boccali che servivano a intrappolare il plancton. Una volta piene di cibo, queste appendici erano portate alla bocca dove il cibo veniva rilasciato e poi ingerito. Per essere un artropode, Aegirocassis era grandissimo: raggiungeva infatti i 2 metri di lunghezza. Comunque nulla di paragonabile ai suoi analoghi odierni, le balene e alcuni squali, che superano i 10 metri di lunghezza con molte specie. Aegirocassis è vissuto circa 480 milioni di anni fa, all'inizio dell'Ordoviciano. Nell'Ordoviciano è avvenutro uno dei più grandi eventi di diversificazione, chiamato GOBE (Great Ordovician Biodiversification Event). Durante il GOBE il plancton aumentò e si diversificò  e questo fatto probabilmente ha favorito l'evoluzione di un grande artropode filtratore come Aegirocassis.


2) Boedaspis
http://www.fossilmall.com/



I trilobiti sono tra gli animali più caratteristici del Paleozoico. Non ne ho inserito nessuno nel video dei cinque animali più strani del Cambriano poiché nel Cambriano ci sono molte forme stranissime ristrette solo a quel periodo, mentre le trilobiti hanno una distribuzione temporale più ampia, dal Cambriano al Permiano. Boedaspis appartiene a un gruppo, chiamato Odontopleurida, caratterizzato da una presenza di molte spine di grande lunghezza presenti sul loro corpo, che probabilmente servivano alla difesa contro i predatori e a non sprofondare sui substrati soffici, molto comuni sui fondali marini di quel periodo. Il genere Boedaspis è vissuto tra i 466 e i 463,5 Ma, e i suoi fossili sono stati ritrovati solo in Svezia e in Estonia. In quel periodo l'area in cui oggi sono questi due stati era all'interno di un continente chiamato Baltica, che comprendeva tutta l'attuale Europa Settentrionale e Orientale. Si può quindi dire che Boedaspis era un genere endemico della Baltica.

3) Isograptus

Un fossile di Isograptus confrontato con una moneta https://www.gsavic.org/

Guardando la foto direte: che cos'è sta foglia. Peccato che quello che state osservando sia invece un vero e proprio animale. Isograptus è un rappresentante dei Graptoliti, un gruppo di organismi coloniali del gruppo degli Emicordati. In particolare appartiene ai Graptoloidei, il gruppo di Graptoliti planctonici. Si trattava dunque di colonie galleggianti. Da ogni protrusione che potete osservare ai lati della "foglia" fuoriusciva un singolo individuo chiamato "zooide". Ogni zoide aveva due braccia con molti tentacoli, che servivano a raccogliere le particelle organiche presenti nell'acqua e a portarle alla bocca. Fino a poco tempo fa si pensava che i Graptoliti si fossero estinti definitivamente nel Carbonifero, circa 320 Ma, ma nel 2012 uno studio scoprì che Rhabdopleura, un emicordato bentonico vivente del gruppo degli Pterobranchi, è in realtà un rappresentante vivente di questo gruppo. Isograptus visse tra i 473.9 e i 457.5 Ma e i suoi fossili provengono da rocce di varie parti del mondo, come è comune nei casi di animali planctonici, che grazie alle correnti oceaniche vengono trasportati per lunghe distanze. 

4) Megalograptus
Ricostruzione paleoartistica di Megalograptus. Fonte: Wikimedia Commons


Se il nome di questo animale vi sembra troppo simile a quello di Isograptus, c'è un motivo. Infatti i primi fossili scoperti di questo genere furono le sue zampe anteriori, che furono inizialmente scambiate per graptoliti. In realtà, come avrete potuto intuire, si tratta un artropode. In particolare appartiene al gruppo degli Euripteridi, conosciuti al grande pubblico come "scorpioni di mare". Essendo vissuto tra i 449,5 e i 443,8 milioni di anni fa, si tratta di uno dei primi rappresentanti del suo gruppo, che popolerà il nostro pianeta fino alla fine del periodo Permiano. Come molti altri suoi parenti, era un predatore che scorrazzava sul fondale marino alla ricerca di prede. Megalograptus era uno dei più grandi predatori del suo tempo, essendo lungo fino a 1,2 metri. Megalograptus, come tutti gli altri membri della sua famiglia, quella dei Megalograptidae, era endemico del continente Laurentia, le cui terre oggi corrispondono a parte dell'America del Nord.


5) Sacabambaspis
Ricostruzione paleoartistica di Sacabambaspis. Autore: Nobu Tamura


Non è un animale strano, è un normale pesce, direte voi. Ma vi invito a guardare con più attenzione. Quel "pesce" non possiede pinne pari (pinne pettorali e pelviche). Oggi gli unici vertebrati a non possederle sono le missine e le lamprede. Esse sono anche gli unici vertebrati viventi senza mascelle, che neanche Sacabambaspis possedeva. Infatti, sia Sacabambaspis che le missine e le lamprede appartengono a una antica radiazione di vertebrati chiamati "Agnati", che significa senza mascelle. Molti di essi, chiamati "ostracodermi", avevano un'armatura ossea dermica, che in Sacabambaspis consisteva in due grosse placche ossee, una cefalica dorsale e una cefalica ventrale. In seguito, nel Siluriano, da vertebrati Agnati si sarebbero originati i primi vertebrati dotati di mascelle, chiamati Gnatostomi. Sacabambaspis, non essendo dotato di mascelle, si nutriva probabilmente di materia organica e piccoli invertebrati senza guscio duro. I suoi fossili hanno un'età compresa tra i 460,9 e i 449,5 Ma e sono stati trovati in Argentina, Bolivia, Oman e Australia, tutti luoghi che a quei tempi erano parte dell'antico supercontinente chiamato Gondwana presente all'emisfero Sud, che perderà la sua unità solo nel Cretaceo, più di 300 milioni di anni dopo.

Eccoci giunti anche alla fine di questo articolo, spero vi sia piaciuto. Arrivederci al prossimo articolo!

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