L'antilocapra e la sua complessa storia naturale




L'antilocapra (Antilocapra americana) è un mammifero ruminante appartenente alla famiglia degli Antilocapridi. Si tratta dell'ultimo rappresentante della sua famiglia, che ha una storia di decine di milioni di anni.

                                                        STORIA EVOLUTIVA

La relazione filogenetica tra gli Antilocapridi e gli altri ruminanti è alquanto discussa. 
Secondo alcuni studiosi gli Antilocapridi sarebbero il sister taxon dei Giraffidi. La divergenza tra i due taxa sarebbe avvenuta prima dell'inizio del Miocene. Il nome dato al clade che contiene Antilocapridi e Giraffidi è Giraffoidea. A quest'ultimo gruppo appartiene anche una terza famiglia estinta, quella dei Climacoceratidi. Secondo altri studiosi gli Antilocapridi non apparterrebbero a questo gruppo.
La storia evolutiva conosciuta degli Antilocapridi è avvenuta tutta in Nord America, ma probabilmente le loro origini sono in Asia, poiché non sono stati ritrovati ruminanti in Nord America precedenti al Miocene Inferiore.
Il tardo Miocene è il periodo in cui hanno raggiunto la massima diversità; c'è stato un ''momento'' in cui vivevano sette generi di Antilocapridi.
La famiglia è suddivisa in due sottofamiglie, i Merycodontinae e gli Antilocaprinae.
I primi ad apparire sono stati alcuni Merycodontinae, appartenenti al genere Paracosoryx, appena dopo l'inizio del Miocene Inferiore, circa 19 miloni di anni fa. Questo genere mostra già le caratteristiche proprie della famiglia: orbite prominenti appena sotto la base delle corna, corna ramificate, denti ipsodonti. Altri caratteri però avvicinano i Merycodontinae a Cervidi e Bovidi, e mostrano che la divisione tra i vari gruppi di ruminanti era avvenuta da poco. Nel corso del Miocene appaiono altri Merycodontinae (generi Ramoceros, Merycodus, Cosoryx, Merriamoceros).
Ricostruzione dei generi appartenenti al gruppo dei Merycodontinae (in questo artwork, come negli altri, le ricostruzioni non sono in scala).

Questi primi Antilocapridi mostrano già una certa varietà, per esempio nella forma delle corna; le femmine però non le possedevano. La maggior parte possedeva corna con due ramificazioni (Merycodus, Cosoryx, Paracosoryx), Merriamoceros aveva delle corna palmate, mentre Ramoceros aveva corna di dimensioni diverse con tre ramificazioni. Già, le due corna erano di dimensioni diverse, e sia il corno destro che quello sinistro potevano essere il più grande. La simmetria attorno al piano sagittale è una costante nei bilateri visto che è importante per l'equilibrio; esistono relativamente pochi altri bilateri con questo tipo di asimmetria. Potete vedere a questo link una buona parte degli animali che mostrano questa caratteristica. Sicuramente, visto che i maschi di Ramoceros avevano le corna asimmetriche, i vantaggi superavano gli svantaggi.
I generi Merriamoceros e Ramoceros hanno alcuni caratteri morfologici in comune, ed è per questo motivo che formano un taxon, i Ramocerotini.
Il fatto che nei Merycodontinae (a differenza degli Antilocaprinae) le femmine non avessero corna suggerisce che questi antichi Antilocapridi conducessero una vita più solitaria e territoriale dell'odierna antilocapra. Nel tardo Miocene avvenne un cambiamento climatico che causò la scomparsa di estese aree boschive in cui i Merycodontinae si erano adattati, a vantaggio delle grandi pianure che ci sono ancora oggi. Questo evento avrebbe favorito l'estinzione dei Merycodontinae. In queste nuove pianure  gli Antilocaprinae avevano pochi concorrenti e si sono quindi diversificati.
I Merycodontinae si estinguono definitivamente 10,3 milioni di anni fa, durante il tardo Miocene, dopo aver dato origine agli Antilocaprinae. I Merycodontinae, non sono quindi un vicolo cieco dell' evoluzione, ma hanno avuto dei discendenti. Sono considerati un gruppo parafiletico, in quanto hanno ''generato'' discendenti che non sono parte del loro gruppo. Si crede, in base agli indizi fossili, che nei Merycodontinae le corna ossee fossero coperte interamente o parzialmente da pelle, e che la pelle cadesse e ricrescesse ogni anno, mentre negli Antilocaprinae esse sono coperte da cheratina che probabilmente ha avuto origine da quella stessa pelle, e probabilmente la copertura cadeva e ricresceva annualmente, ciò che avviene attualmente nell'attuale antilocapra. Inoltre, mentre nei Merycodontinae le corna avevano una sezione cilindrica, negli Antilocaprinae esse erano appiattite lateralmente. Questo fa presupporre una variazione nelle lotte tra individui; nei primi gli individui cercavano di colpire direttamente l'avversario, mentre nei secondi essi incastravano reciprocamente le loro corna. In genere i Merycodontinae possiedono dimensioni inferiori rispetto agli Antilocaprinae; negli primi la taglia è intorno ai 10-20 kg, mentre nei secondi è intorno ai 30-80 kg.
Gli Antilocaprinae appaiono nel record fossile circa 14 milioni di anni fa. In totale sono conosciuti 16 generi tra cui il primo che compare sulla scena è Plioceros.
Sono stati individuati alcuni sottogruppi:

1) Proantilocaprini (generi Proantilocapra, Osbornoceros)

2) Ilingocerotini (generi Plioceros, Sphenophalos, Ilingoceros)
Ricostruzione degli Ilingocerotini

3) Antilocaprini (generi Texoceros, Antilocapra)

4) Stockocerotini (generi Hayoceros, Stockoceros, Hexameryx, Hexobelomeryx, Capromeryx, Tetrameryx).
Ricostruzione dei Stockocerotini. 


Altri Antilocaprinae (Ottoceros, Subantilocapra garciae, Ceratomeryx) hanno una classificazione incerta.

Gli Antilocaprinae avevano corna appiattite lateralmente e di forma molto più variegata, anche se, visto che la loro forma esterna è ed era data dalla copertura cheratinosa, non possiamo sapere esattamente che forma avessero le loro corna. Per esempio nell'antilocapra odierna la forma della parte ossea del corno non corrisponde alla forma della parte cheratinosa, che ha una morfologia più elaborata. Sappiamo però che Osbornoceros e Ilingoceros avevano lunghe corna a spirale; Tetrameryx e Hexameryx corna ramificate alla base che davano l'impressione che avessero rispettivamente quattro e sei corna (da cui i nomi). Quelle del genere Hayoceros erano come quelle di Tetrameryx, con la differenza che le ramificazioni anteriori erano ulteriormente ramificate.
Nel genere Capromeryx si assiste ad una graduale riduzione delle dimensioni. Infatti i primi rappresentanti del genere (tardo Pliocene) avevano dimensioni di poco inferiori a quelle dell'odierna antilocapra, mentre negli ultimi rappresentanti (tardo Pleistocene) l'animale aveva un'altezza al garrese di soli 60 cm.
In molti pensano che gli Antilocapridi si siano specializzate per le alte velocità in seguito alla pressione predatoria di felidi, appartenenenti in particolare al genere Miracinonyx; anche se in realtà i fossili mostrano che gli Antilocapridi erano già adatti alle alte velocità già 18 milioni di anni fa mentre Miracinonyx compare nel record fossile solo 2,5 milioni di anni fa.
Alla fine del Pleistocene, circa 12 mila anni fa, erano ancora presenti quattro generi di Antilocapridi: Antilocapra, Stockoceros, Capromeryx e Tetrameryx.
Essi hanno quindi convissuto per un certo tempo con l'uomo moderno. Tra questi, solo il genere Antilocapra sopravvisse alla misteriosa estinzione della megafauna che avvenne alla fine di quell'epoca.

                                 L'ULTIMO SOPRAVVISSUTO: L'ANTILOCAPRA

tilt shift lens photography of brown and white horned animal surrounded by grass
Fonte:https://unsplash.com/search/photos/pronghorn

L'antilocapra (Antilocapra americana) ha una distribuzione che va dal Canada sud-occidentale (Alberta, Saskatchewan) agli Stati Uniti centro-occidentali, fino al Messico settentrionale. Vive in aree con un'altitudine compresa tra i 900 e i 1800 metri, con precipitazioni annuali tra i 250 e i 400 mm, da pianeggianti a poco scoscese. Il loro nutrimento è composto principalmente da piante erbacee, arbusti e cactus.
I maschi adulti hanno una lunghezza compresa tra i 130 e i 150 cm, un'altezza compresa tra 81 e 104 cm e un peso tra i 40 e i 65 kg. Le femmine hanno le stesse dimensioni ma pesano meno, tra i 34 e i 48 kg.
Hanno un pelo color rossiccio soprattutto nella parte superiore e sulla parte esterna degli arti; e bianco sul loro posteriore, sui fianchi sul petto, sulla gola  sul ventre e sulla parte interna degli arti. I maschi hanno una regione di pelo nero sulla parte posteriore della mandibola e sulla parte superiore del muso. Le orbite sono prominenti e posizionate in alto sul cranio. I molari sono ipsodonti, e la loro formula dentaria è:
                                                                 
                                                                     0 0 3 3
                                                                     3 1 3 3

L'antilocapra ha due corna. Esse sono composte da una parte ossea e da una parte cheratinosa. La parte ossea è permanente e si origina dalle ossa frontali; la parte cheratinosa copre quella ossea e cade e ricresce ogni anno. Le corna hanno due ramificazioni, una punta anteriormente e una verso l'alto. Le corna dei maschi adulti sono lunghe tra i 12,5 e i 43 cm (in media 25 cm). Le femmine hanno corna più corte, tra i 2,5 e i 15,2 cm (in media 12 cm), le quali a volte sono a malapena visibili e spesso non sono ramificate.
Hanno grandi occhi e una visione a 320 gradi, grazie alla quale sono facilitate nell'avvistamento dei predatori. A tal proposito la loro anatomia è adattata alle alte velocità. Hanno infatti una grande trachea, grandi polmoni e un grande cuore, oltre ad avere ossa molto leggere e peli cavi. Nel correre poggiano il peso su due dita.
Si pensa che siano gli animali che corrono più velocemente dopo il ghepardo, con velocità massime intorno ai 85/90 km/h.
Sembrerebbe che, per qualche strano motivo, i maschi corrono con il muso verso il basso, mentre le femmine corrono con il muso parallelo al terreno.
Le antilocapre hanno un distinguibile odore di muschio.
In inverno si formano grandi branchi misti, mentre dalla primavera ci sono gruppi di femmine e gruppi di giovani maschi, mentre i maschi adulti vivono solitari.
Si accoppiano nella tarda estate nella parte meridionale del loro range, all'inizio dell'autunno nella parte settentrionale del loro range. Solitamente i maschi cercano di formare un territorio in cui vivono più femmine e lo difendono dagli altri maschi. Il territorio è marcato attraverso l'utilizzo di ghiandole pre-orbitali. I maschi che riescono a difendere un territorio si accoppiano con più femmine.
Le femmine danno vita ad uno o due piccoli verso fine Maggio.
I piccoli che nascono sono già  dei veri ''survivors''. Nell'utero della madre le uova impiantate che sono state fecondate sono un buon numero, anche più di sette. Poco dopo la fecondazione, gli embrioni si allungano e si aggrovigliano tra loro. Questo causa la rottura e la morte di una buona parte degli embrioni. Più avanti durante la gravidanza, gli embrioni prossimali sviluppano dei tessuti invasivi che penetrano e uccidono gli altri embrioni. In questo modo rimangono solo uno o due embrioni.
I piccoli appena nati pesano circa 3 kg e sono tenuti nascosti nella vegetazione per i primi 21-26 giorni come protezione dai predatori. La maturità sessuale è raggiunta a 15-16 mesi di età, ma un maschio per riuscire a difendere un territorio deve avere almeno tre anni. La durata della vita è di circa dieci anni, raramente fino a quindici.
I loro predatori principali sono puma, lupi grigi, coyote e linci rosse.
A livello di conservazione l'antilocapra è considerata una specie ''a rischio minimo'' dalla IUCN . Ci sono però due sottospecie che sono in serio pericolo di estinzione. Esse sono l'antilocapra della bassa California (Antilocapra americana peninsularis) e l'antilocapra del deserto di Sonora (Antilocapra americana sonoriensis). Entrambe le sottospecie hanno una popolazione di circa 200 individui. L'antilocapra soffre la perdita dell'habitat e la caccia. Barriere artificiali come i recinti ostacolano le loro migrazioni stagionali, visto che questo animale non è specializzato per saltare. Infine soffrono la competizione per il cibo con animali domestici e introdotti, come i cavalli mustang.
Attorno al 1850 la popolazione totale era di 40-50 milioni di individui; ma la caccia intensiva ne ha ridotto il numero fino a circa 13000 nel 1912. In seguito sono state prese misure di protezione, e la popolazione totale della specie è oggi compresa tra i 500000 e 1000000 di individui.

Spero che l'articolo vi sia piaciuto e che vi siate affezionati almeno un po' all'antilocapra e ai suoi parenti.
Arrivederci al prossimo articolo.

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Fonti






Janis et Manning, 1998. "Evolution of tertiary mammals of North America", volume 1, capitolo 33

Heffelfinger et al.,2004. "A bestiary of ancestral antilocaprids"

Gooch et al., 2017. "The impact of feral horses on pronghorn behavior at water sources"

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